23 Dicembre 2024

Anche per guidare serve un’impresa ci vuole la patente

Ogni mestiere richiede competenze, ma anche conoscenze specifiche. Secondo lei per poter gestire e amministrare un’azienda in modo ottimale e per garantirle quindi un futuro, su cosa bisogna puntare? Insomma, quali sono le attività che aiutano a diventare imprenditori?

Che differenza c'è tra un camion e un'azienda? Per molti aspetti nessuna. Chi guida un veicolo pesante, guarda la strada davanti attraverso il parabrezza, anche perché sarebbe molto pericoloso condurre un camion guardando solo lo specchietto retrovisore, Allo stesso modo l'imprenditore deve condurre la propria azienda guardando avanti, con strumenti di pianificazione e programmazione, perché sarebbe molto pericoloso gestire la propria azienda con lo sguardo rivolto al passato, pretendendo di leggere le performance esclusivamente sul bilancio. Il bilancio, infatti è passato. Come per il camion, anche per condurre un'azienda ci sarebbe bisogno di una patente.

Chi guida senza conoscere i segnali stradali è pericoloso sia per sé sia per le persone che incontra per strada. Lo stesso concetto si può applicare alle aziende. Gli imprenditori che conducono un'azienda senza conoscere le regole possono essere pericolosi per sé stessi, per le proprie famiglie, per i propri dipendenti e per le altre aziende. Perché alla fine se qualcosa va male sarà la collettività a pagare le spese. Proprio per questo, ho pensato di creare una “patente d'impresa”, un percorso rivolto agli imprenditori che hanno sete di competenze e che vogliono migliorare le proprie aziende. Questo percorso ha inizio individuando qual è la finalità dell'imprenditore: quella, cioè, di garantire la continuità aziendale. Questo può avvenire solamente l'imprenditore dota la propria azienda di ade guati assetti amministrativi, organizzativi e contabili.

Questo concetto, molto importante, è espresso nell'articolo 2086 del Codice civile e rappresenta il principio cardine dell'attività d'impresa. Vuol dire, pertanto, che non è più sufficiente gestire l'azienda con la diligenza del buon padre di famiglia, bensì è necessario gestire l'azienda con professionalità e competenze: l'imprenditore deve essere preparato. La mancanza di assetti adeguati può comportare la responsabilità dell'imprenditore che ne risponde anche con il proprio patrimonio. Ma quali sono gli strumenti che l'imprenditore può utilizzare per dotare la propria azienda di adeguati assetti? Philip Crosby, manager della qualità, diceva che “Le cose buone capitano solo se sono state pianificate, le cose cattive capitano da sé”.

È importante, quindi, pianificare. La pianificazione è la fase più complessa perché occorre definire il modello di business e la strategia. Individuare le variabili fonda mentali per creare una previsione sostenibile e una adeguata misurazione dei risultati. Gli strumenti che ogni imprenditore deve ormai saper gestire sono il business plan, il budget economico e il budget di tesoreria. Attualmente ci sono strumenti, basati sull'intelligenza artificiale, primo fra tutto Power Bel, che permettono all'imprenditore di tenere costantemente sotto controllo, anche sul proprio smartphone, i principali indicatori di performance (Key Performane ce Indicato).

Un capitolo è dedicato alla pianificazione fiscale. Analizziamo strumenti assoluta mente leciti che l'imprenditore può utilizzare per ridurre le tasse e permettere un'adeguata pianificazione fiscale. Ma non è sufficiente essere un bravo imprenditore, è fondamentale farlo sapere agli altri. È necessario, pertanto, curare la comunicazione. Non solo quella istituzionale data dai documenti obbligatori (per esempio il bilancio), ma anche la comunicazione interna e il clima aziendale e la comunicazione finalizzata a uno sviluppo commerciale. L'imprenditore deve sviluppare strategie di marketing. Lo sforzo dell'imprenditore merita una tutela. Nella "patente d'impresa" analizziamo gli strumenti giuridici necessari per tutelare il patrimonio aziendale e darne continuità, soprattutto in particolari fasi della vita aziendale come può essere il passaggio generazionale o, semplicemente, la cessione dell’azienda. Statisticamente solo 4 aziende su 100 arri vano dal nonno al nipote.

Perché succede questo? Non tanto perché hanno bilanci sani e consulenti top, ma perché hanno la capacità di evolversi! Nokia, leader nel mercato dei telefonini, bilanci molto solidi, è stata spazzata via perché non ha saputo tenere il passo degli smartphone! Aziende come Microsoft o Apple che hanno bilanci fantastici, ma decidono di non mettere a budget investimenti in ricerca e sviluppo potrebbero avere futuro? L'azienda che ha futuro è l'azienda F.I.C.A, quella cioè che investe - spiega l'acronimo - in Formazione, Innovazione e Clima Aziendale e che si dota di uno strumento di misurazione basato sulla Balance Scorecard, sistema teorizzato da Kaplan e Norton con cui misurare non solo le performance quantitative espresse dai numeri, ma anche quelle qualitative.


Fonte: Uomini e Trasporti – agosto/settembre 2022

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