Assicurazione anticalamità obbligatoria per le imprese
Fa molto discutere la proposta del governo contenuta nella bozza di Manovra 2024 che introduce, all'articolo 24, l'obbligo per le imprese di sottoscrivere un'assicurazione contro i rischi da calamità naturali. Se ci sarà l'approvazione della legge di bilancio, al momento ancora al vaglio in Parlamento, entro il 31 dicembre 2024 le aziende dovranno per legge per tutelarsi dagli eventi atmosferici estremi causati dal cambiamento climatico.
Al fine di ottimizzare la protezione garantita dalle polizze di assicurazione contro i rischi catastrofali, la bozza impone limiti prudenti alla definizione delle franchigie contrattuali. Con ciò, ci riferiamo a restrizioni che stabiliscano un importo massimo per le franchigie, che non dovrebbe superare il 10-15% del valore complessivo dei beni assicurati.
Tale impostazione, pur consentendo alle imprese di contenere i costi dei premi assicurativi, garantisce comunque un adeguato livello di protezione contrattuale. Infatti, una franchigia superiore a tali parametri potrebbe risultare vantaggiosa in termini di risparmio iniziale, ma, nel contempo, comporterebbe una notevole diminuzione dell'efficacia delle coperture fornite, mettendo a repentaglio la stabilità finanziaria e operativa delle imprese in caso di eventi catastrofali.
L'eventuale approvazione di questa misura in sede parlamentare avrebbe un impatto significativo soprattutto sulle micro e piccole imprese che, stando agli ultimi dati Ania (Associazione Nazionale Imprese Assicuratrici) disponibili, non hanno in percentuale una copertura assicurativa sufficiente contro questi tipi di eventi atmosferici. Solo il 3,4% delle microimprese (con meno di 10 dipendenti), infatti, disporrebbe di polizze assicurative per proteggersi da eventi come alluvioni, mentre solo 18,4% sarebbe coperto contro gli eventi sismici.
Anche per quanto riguarda le piccole imprese (fino a 49 dipendenti), la musica resta sostanzialmente la stessa, con tassi di assicurazione che si attestano al 28,2% contro i rischi idrologici e al 32,2% contro i terremoti.
Completamente diversa la situazione delle medie e grandi imprese, che risultano invece adeguatamente coperte da tali rischi. Secco è tuonato il "no" da parte delle rappresentanze nazionali. "La previsione di un obbligo a carico delle imprese di stipulare, entro il 31 dicembre 2024, una polizza assicurativa sugli immobili e i beni strumentali per rischio catastrofi farà gravare sull'intero sistema produttivo nuovi pesanti oneri", si legge nel comunicato stampa firmato congiuntamente da Confcommercio, Confesercenti, Cna, Confartigianato e Casartigiani.
Fonte: Attualità News
Al fine di ottimizzare la protezione garantita dalle polizze di assicurazione contro i rischi catastrofali, la bozza impone limiti prudenti alla definizione delle franchigie contrattuali. Con ciò, ci riferiamo a restrizioni che stabiliscano un importo massimo per le franchigie, che non dovrebbe superare il 10-15% del valore complessivo dei beni assicurati.
Tale impostazione, pur consentendo alle imprese di contenere i costi dei premi assicurativi, garantisce comunque un adeguato livello di protezione contrattuale. Infatti, una franchigia superiore a tali parametri potrebbe risultare vantaggiosa in termini di risparmio iniziale, ma, nel contempo, comporterebbe una notevole diminuzione dell'efficacia delle coperture fornite, mettendo a repentaglio la stabilità finanziaria e operativa delle imprese in caso di eventi catastrofali.
L'eventuale approvazione di questa misura in sede parlamentare avrebbe un impatto significativo soprattutto sulle micro e piccole imprese che, stando agli ultimi dati Ania (Associazione Nazionale Imprese Assicuratrici) disponibili, non hanno in percentuale una copertura assicurativa sufficiente contro questi tipi di eventi atmosferici. Solo il 3,4% delle microimprese (con meno di 10 dipendenti), infatti, disporrebbe di polizze assicurative per proteggersi da eventi come alluvioni, mentre solo 18,4% sarebbe coperto contro gli eventi sismici.
Anche per quanto riguarda le piccole imprese (fino a 49 dipendenti), la musica resta sostanzialmente la stessa, con tassi di assicurazione che si attestano al 28,2% contro i rischi idrologici e al 32,2% contro i terremoti.
Completamente diversa la situazione delle medie e grandi imprese, che risultano invece adeguatamente coperte da tali rischi. Secco è tuonato il "no" da parte delle rappresentanze nazionali. "La previsione di un obbligo a carico delle imprese di stipulare, entro il 31 dicembre 2024, una polizza assicurativa sugli immobili e i beni strumentali per rischio catastrofi farà gravare sull'intero sistema produttivo nuovi pesanti oneri", si legge nel comunicato stampa firmato congiuntamente da Confcommercio, Confesercenti, Cna, Confartigianato e Casartigiani.
Fonte: Attualità News