Codice della strada, sì della Camera: è scontro sui limiti di velocità
LE ASSOCIAZIONI DELLE VITTIME E LE MINORANZE: “MENO SICUREZZA”. SALVINI: “RIDURRÒ I MORTI”
I no sono stati 107. I sì 163. Dopo giorni di rallentamenti polemiche, manifestazioni, la riforma del Codice della Strada è stata approvata dalla Camera. È solo il primo passo.
Il disegno di legge di 36 articoli che delega il governo per la revisione del Codice fermo al 1992 deve ora passare al l’esame del Senato. Ma si annuncia una dura battaglia, dentro il Parlamento ma anche soprattutto fuori. Perché il no compatto arrivato in Aula delle opposizioni si associa a quella delle ultime settimane gridato da associazioni, sindaci e parenti di vittime della strada che hanno definito la riforma “un passo indietro” che “renderà le nostre strade ancora più pericolose” perché “non è stato fatto nulla per ridurre la velocita”. E promettono: “la nostra mobilitazione non si fermerà”, firmato Fevr Federazione Europa delle Vittime di Violenza Stradale, AIFVS Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada A.P.S., piattaforma #CITTÀ 30SUBITO, Legambiente, Fiab Federazione Italiana Ambiente e Biciclette, Salvaiciclisti, Kyoto Club, Clean Cities Campaign, ASviS, Amodo, Fondazione Michele Scarponi, Associazione Lorenzo Guarnieri, Fondazione Marco Pietrobono, Fondazione Luigi Guccione e Vivinstrada.
Ieri è ripartito il mail bombing ai parlamentari, con migliaia di mail anche a senatori e senatrici: “Siete ancora in tempo per salvarmi la vita”. Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, promotore del disegno di legge, esprime invece “grande soddisfazione” per l’approvazione “siamo determinati a salvare vite, ci saranno più controlli più educazione stradale: dobbiamo ridurre quel numero superiore di tremila morti sulle strade italiane, voglio arrivare alla fine del mio mandato con strade più moderne, larghe, più sicure e meno morti sulle strade”.
Con la riforma, arriva una stretta per chi guida ubriaco o sotto l’effetto di droghe, per chi usa il cellulare al volante o abbandona animali in strada. Vengono previsti poi la sospensione breve della patente (minimo 7 giorni) e l’obbligo di alcolock per i recidivi, ma anche limitazioni per i monopattini e gli autovelox “spesso usati - secondo la maggioranza - per fare cassa da parte dei Comuni”. E si riduce l’autonomia dei Comuni su una serie di aspetti, oltre agli autovelox, come la realizzazione di piste ciclabili e isole pedonali, la regolamentazione della sosta e quella della Ztl. Tutti motivi di protesta da parte di molti sindaci - da Roma a Milano, Torino, Bologna, Bergamo, Brescia - che hanno chiesto a maggioranza e Governo di rivedere le norme che limitano la possibilità dei Comuni di intervenire sulla gestione della mobilità urbana e delle viabilità stradale.
Resta aperta quindi lo scontro sulle Zone 30 che la direttiva del primo febbraio scorso del ministro Salvini vieta nella maggior parte delle strade urbane limitandole solo ad alcuni casi. Intanto arriveranno le Ztl nelle zone Unesco. È stata approvata la norma che le autorizza voluta dal sottosegretario al Mit Tullio Ferrante: “Un’occasione per valorizzare i nostri patrimoni”.
I no sono stati 107. I sì 163. Dopo giorni di rallentamenti polemiche, manifestazioni, la riforma del Codice della Strada è stata approvata dalla Camera. È solo il primo passo.
Il disegno di legge di 36 articoli che delega il governo per la revisione del Codice fermo al 1992 deve ora passare al l’esame del Senato. Ma si annuncia una dura battaglia, dentro il Parlamento ma anche soprattutto fuori. Perché il no compatto arrivato in Aula delle opposizioni si associa a quella delle ultime settimane gridato da associazioni, sindaci e parenti di vittime della strada che hanno definito la riforma “un passo indietro” che “renderà le nostre strade ancora più pericolose” perché “non è stato fatto nulla per ridurre la velocita”. E promettono: “la nostra mobilitazione non si fermerà”, firmato Fevr Federazione Europa delle Vittime di Violenza Stradale, AIFVS Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada A.P.S., piattaforma #CITTÀ 30SUBITO, Legambiente, Fiab Federazione Italiana Ambiente e Biciclette, Salvaiciclisti, Kyoto Club, Clean Cities Campaign, ASviS, Amodo, Fondazione Michele Scarponi, Associazione Lorenzo Guarnieri, Fondazione Marco Pietrobono, Fondazione Luigi Guccione e Vivinstrada.
Ieri è ripartito il mail bombing ai parlamentari, con migliaia di mail anche a senatori e senatrici: “Siete ancora in tempo per salvarmi la vita”. Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, promotore del disegno di legge, esprime invece “grande soddisfazione” per l’approvazione “siamo determinati a salvare vite, ci saranno più controlli più educazione stradale: dobbiamo ridurre quel numero superiore di tremila morti sulle strade italiane, voglio arrivare alla fine del mio mandato con strade più moderne, larghe, più sicure e meno morti sulle strade”.
Con la riforma, arriva una stretta per chi guida ubriaco o sotto l’effetto di droghe, per chi usa il cellulare al volante o abbandona animali in strada. Vengono previsti poi la sospensione breve della patente (minimo 7 giorni) e l’obbligo di alcolock per i recidivi, ma anche limitazioni per i monopattini e gli autovelox “spesso usati - secondo la maggioranza - per fare cassa da parte dei Comuni”. E si riduce l’autonomia dei Comuni su una serie di aspetti, oltre agli autovelox, come la realizzazione di piste ciclabili e isole pedonali, la regolamentazione della sosta e quella della Ztl. Tutti motivi di protesta da parte di molti sindaci - da Roma a Milano, Torino, Bologna, Bergamo, Brescia - che hanno chiesto a maggioranza e Governo di rivedere le norme che limitano la possibilità dei Comuni di intervenire sulla gestione della mobilità urbana e delle viabilità stradale.
Resta aperta quindi lo scontro sulle Zone 30 che la direttiva del primo febbraio scorso del ministro Salvini vieta nella maggior parte delle strade urbane limitandole solo ad alcuni casi. Intanto arriveranno le Ztl nelle zone Unesco. È stata approvata la norma che le autorizza voluta dal sottosegretario al Mit Tullio Ferrante: “Un’occasione per valorizzare i nostri patrimoni”.
Fonte: Giornale