Logistica, rincari impazziti: il decalogo per uscirne vivi
La crisi legata al repentino del costo dei prodotti energetici sta impattando duramente sul comparto dell'autotrasporto, sul quale gravano non solo la crescita del prezzo del gasolio e il quasi raddoppio di quello del Gnl, ma anche la carenza di Adblue, l'additivo indispensabile per il funzionamento dei mezzi pesanti diesel di ultima generazione, Secondo i dati pubblicati novembre dall'Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano, l'andamento del cosiddetto “costo logistico”, che era stato favorevole nel 2020 grazie anche alla diminuzione del prezzo del carburante (-11% rispetto al 2019), è risalito in misura consistente nel 2021 per l'aumento dei costi sia del carburante (+13%) che soprattutto dell'energia (+24%).
Le forti difficoltà provocate, da questa ondata di rincari, alle imprese, comprese quelle che hanno investito nell'acquisto di mezzi pesanti ad alimentazione alternativa, sono testimoniate dall'appello unanime rivolto dalle associazioni di categoria al Governo affinché intervenga con agevolazioni di vario genere.
In particolare, le richieste riguardano l'introduzione di un credito d'imposta per l'acquisto di gas naturale per autotrazione, che favorirebbe anche ripresa della produzione AdBlue, la concessione una congrua proroga a causa della carenza di materie prime e semiconduttori - dei termini scadenza per la consegna di beni strumentali che godono del credito d'imposta. Accanto a tali misure, si valuta possibilità di esonerare dal pagamento dei pedaggi autostradali i veicoli alimentati a Gnl, sulla scorta dell'analoga agevolazione in vigore sulle autostrade tedesche, valida dal gennaio 2021 dicembre 2023.
Le imprese di autotrasporto, avvalendosi delle organizzazioni associative, potrebbero applicare ai contratti vigenti i criteri del modello di calcolo della clausola di salvaguardia sul gasolio, posti alla base del recente verbale integrativo dell'accordo di regolazione del trasporto contenitori da sé, poi, che al di là delle dichiarazioni di principio fondate su obiettivi maggiore tutela ambientale, non sia questo il momento giusto mettere in discussione il rimborso accise sul gasolio agli autotrasportatori, Infatti, se questi sono “responsabili” del 5% delle emissioni inquinanti, dovrebbero subire tagli a un'agevolazione fiscale finalizzata a metterli condizione di competere con i colleghi di altri Paesi europei.
Peraltro, anche l'autotrasporto può e deve fare la sua parte per fronteggiare le attuali difficoltà (cosi come modificato dalla legge di Stabilità 2015), che trae origine proprio economiche, ricorrendo al sistema di variazione automatica dell'incidenza del costo del gasolio sulle tariffe di servizi di trasporto, previsto dal comma 5 dell'art. 83 bis della legge 133/2008 dalla crisi generata dall'impennata, all'epoca non riconosciuta dalla committenza, del prezzo dei carburanti del 1° semestre 2008.
In sostanza, le imprese del settore, avvalendosi delle organizzazioni associative, potrebbero applicare ai contratti vigenti per le altre categorie merceologiche i criteri del modello di calcolo della clausola di salvaguardia sul gasolio, posti alla base del recente verbale integrativo dell'accordo regolazione del trasporto contenitori, che ha consentito una maggiorazione tariffaria dell'1,48% per i trasporti relativi ai mesi di settembre e di ottobre. Inoltre, per consentire alle stesse imprese di proseguire gradualmente nella transizione energetica, sarebbe opportuno rendere strutturale, e auspicabilmente incrementare, la dotazione finanziaria del Fondo destinato al rinnovo del parco veicolare istituito presso il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, che prevede la sostituzione dei veicoli più inquinanti e obsoleti con quelli più ecologici e tecnologicamente avanzati. A tale scopo, il 18 novembre scorso sono stati adottati due decreti ministeriali per concedere alle imprese di autotrasporto un totale di 100 milioni di euro.
Infine, occorre accompagnare il processo verso una sempre maggiore sicurezza e sostenibilità del trasporto stradale di merci, ponendo l'accento sulla digitalizzazione delle imprese e sul maggior ricorso ai sistemi intelligenti volti a rendere più efficienti le operazioni di trasporto e logistica. A questi obiettivi, potrebbe essere destinata una quota non irrilevante delle risorse da stanziare a favore del settore.
Le forti difficoltà provocate, da questa ondata di rincari, alle imprese, comprese quelle che hanno investito nell'acquisto di mezzi pesanti ad alimentazione alternativa, sono testimoniate dall'appello unanime rivolto dalle associazioni di categoria al Governo affinché intervenga con agevolazioni di vario genere.
In particolare, le richieste riguardano l'introduzione di un credito d'imposta per l'acquisto di gas naturale per autotrazione, che favorirebbe anche ripresa della produzione AdBlue, la concessione una congrua proroga a causa della carenza di materie prime e semiconduttori - dei termini scadenza per la consegna di beni strumentali che godono del credito d'imposta. Accanto a tali misure, si valuta possibilità di esonerare dal pagamento dei pedaggi autostradali i veicoli alimentati a Gnl, sulla scorta dell'analoga agevolazione in vigore sulle autostrade tedesche, valida dal gennaio 2021 dicembre 2023.
Le imprese di autotrasporto, avvalendosi delle organizzazioni associative, potrebbero applicare ai contratti vigenti i criteri del modello di calcolo della clausola di salvaguardia sul gasolio, posti alla base del recente verbale integrativo dell'accordo di regolazione del trasporto contenitori da sé, poi, che al di là delle dichiarazioni di principio fondate su obiettivi maggiore tutela ambientale, non sia questo il momento giusto mettere in discussione il rimborso accise sul gasolio agli autotrasportatori, Infatti, se questi sono “responsabili” del 5% delle emissioni inquinanti, dovrebbero subire tagli a un'agevolazione fiscale finalizzata a metterli condizione di competere con i colleghi di altri Paesi europei.
Peraltro, anche l'autotrasporto può e deve fare la sua parte per fronteggiare le attuali difficoltà (cosi come modificato dalla legge di Stabilità 2015), che trae origine proprio economiche, ricorrendo al sistema di variazione automatica dell'incidenza del costo del gasolio sulle tariffe di servizi di trasporto, previsto dal comma 5 dell'art. 83 bis della legge 133/2008 dalla crisi generata dall'impennata, all'epoca non riconosciuta dalla committenza, del prezzo dei carburanti del 1° semestre 2008.
In sostanza, le imprese del settore, avvalendosi delle organizzazioni associative, potrebbero applicare ai contratti vigenti per le altre categorie merceologiche i criteri del modello di calcolo della clausola di salvaguardia sul gasolio, posti alla base del recente verbale integrativo dell'accordo regolazione del trasporto contenitori, che ha consentito una maggiorazione tariffaria dell'1,48% per i trasporti relativi ai mesi di settembre e di ottobre. Inoltre, per consentire alle stesse imprese di proseguire gradualmente nella transizione energetica, sarebbe opportuno rendere strutturale, e auspicabilmente incrementare, la dotazione finanziaria del Fondo destinato al rinnovo del parco veicolare istituito presso il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, che prevede la sostituzione dei veicoli più inquinanti e obsoleti con quelli più ecologici e tecnologicamente avanzati. A tale scopo, il 18 novembre scorso sono stati adottati due decreti ministeriali per concedere alle imprese di autotrasporto un totale di 100 milioni di euro.
Infine, occorre accompagnare il processo verso una sempre maggiore sicurezza e sostenibilità del trasporto stradale di merci, ponendo l'accento sulla digitalizzazione delle imprese e sul maggior ricorso ai sistemi intelligenti volti a rendere più efficienti le operazioni di trasporto e logistica. A questi obiettivi, potrebbe essere destinata una quota non irrilevante delle risorse da stanziare a favore del settore.
Fonte: Uomini e Trasporti – dicembre2021/gennaio 2022