Tutti pazzi per IVECO S-Way
SALOTTO CON VISTA
Si occupa di disotturazioni, manutenzione di fognature, spurgo pozzi neri, trasporto rifiuti liquidi e solidi (anche in ADR), video ispezioni fognarie e sanificazioni in tutta Italia, dal Friuli Venezia Giulia alla Sicilia, la Car Jet, azienda con sede a None, a sud di Torino.
Le sue radici affondano nel 1992 quando Calogero Ricotta insieme alla moglie Carla Gandolfi decide di mettersi in proprio occupandosi di quello che già faceva per altri, gli spurghi.
L'avventura comincia con un Om 160 allestito Jurop. Negli anni l'azienda si evolve, vi entrano i figli Massimiliano e Giuseppe che decidono di diversificare prima con le ispezioni fognarie poi, a fine nel 2007, col trasporto. Più servizi, sempre più dipendenti (attualmente sono una cinquantina)e veicoli: la flotta passa rapidamente dalle poche unità ai 120 targati attuali (tra trattori stradali, semirimorchi centinati, vasche, cisterne scarrabili e motrici molte delle quali equipaggiate con attrezzature avanzate spesso Jurop che consentono di eseguire lavori estremamente specializzati).
Iveco il brand dominante: dall'Eurocargo agli Eurostar, dagli Stralis all'attuale Iveco S-Way, nella flotta Car Jet c'è molto del brand torinese. "Tendiamo a non eliminare i veicoli vecchi quando li sostituiamo, fanno parte della nostra storia. Li utilizziamo come muletti". Parole di Giuseppe Ricotta che si occupa prevalentemente del ramo trasporti. Il padre Calogero è ancora in prima linea nelle ispezioni e il fratello Massimiliano è responsabile di tutto ciò che riguarda le fognature e le opere di muratura.
"Il punto di forza di Car Jet ci spiega Alessia Merlino, impiegata amministrativa e responsabile logistica di questa realtà dal 2009 (foto in alto a destra) è la conduzione familiare. Anche se oggi è un'azienda di medie dimensioni non si è persa l'attenzione per i clienti ciascuno di loro per noi è unico per i dipendenti e per i mezzi". Basta dare un'occhiata ai due capannoni dedicati al rimessaggio, 6mila metri quadrati coperti su una superficie di 12mila metri quadrati, per comprendere la cura che viene dedicata ai veicoli. E sabato mattina e in molti sono impiegati nelle operazioni di pulizia, "l mezzo è casa loro sottolinea Giuseppe Ricotta noi forniamo a ciascun dipendente un veicolo super accessoriato e funzionale. Effettuiamo tutte le manutenzioni periodiche affinché ciascuno possa sempre viaggiare con la massima serenità e in sicurezza. Nulla è lasciato al caso. I mezzi e le persone che li guidano sono il nostro biglietto da visita".
C'è un biglietto da visita che splende al centro di uno dei capannoni, è il nuovo Iveco S-Way, versione 510 Cv. Non uno qualunque: la Car Jet lo ha personalizzato curandone ogni singolo dettaglio.
É ancora Giuseppe Ricotta a spiegarci com'è entrato nella flotta. "Abbiamo da sempre un ottimo rapporto con la concessionaria Orecchia. Li ho visto per la prima volta la nuova ammiraglia e ho pensato che doveva proprio diventare dei nostri". Insomma, visto e piaciuto. "Il nostro Iveco S-Way è il primo che è stato consegnato da queste parti, il 7 gennaio 2020. Per allestirlo ci sono voluti oltre 4 mesi". Un'attesa che è stata ripagata.
"Il padrino, cosi l'ho battezzato, è un esemplare unico. Esternamente ripropone la livrea bianca di famiglia con numerosi dettagli in acciaio, dalle luci sul tetto, alle barre inferiori con luci incorporate fino alla calandra. Sulla parte posteriore della cabina è stata aerografata la locandina originale del film. Dentro è un trionfo di velluto blu e luci a led. Un vero e proprio salotto con tanto di schermo gigante e impianto stereo per un effetto cinema". Un cinema accessibile a pochi. "Sul mio camion salgo solo io. Magari i miei figli (Calogero nella foto sopra alla sinistra del padre). Come lo trovo? Eccezionale. La cabina è più spaziosa di quella del suo predecessore ed è molto più silenziosa. Ottima l'impostazione di guida, la visibilità con le finestrature laterali dalla linea più pulita e il climatizzatore integrato. Soddisfatto anche dei consumi. A bordo non ci si stanca. Ha tutta un'altra marcia e macinare chilometri diventa un piacere". Per Giuseppe Ricotta la guida è una vera e propria passione. "Purtroppo di appassionati si fatica sempre più a trovarne ma questo mestiere non si può fare senza cuore".
Sotto il cappello di Car Jet dal 2013 c'è anche un'officina indipendente che effettua soprattutto le operazioni di manutenzione e riparazione dei veicoli aziendali, quelli destinati al lungo raggio percorrono mediamente tra i 100 ei120mila chilometri all'anno, attrezzature incluse, ma è aperta anche a terzi. Impiega 4 persone e offre pure il servizio di pronto intervento sul territorio.
Prossimi passi? "Non puntiamo a crescere ulteriormente perché preferiamo rimanere nel nostro campo d'azione e non perdere il contatto diretto con i clienti, ma a migliorarci sempre di più anche sperimentando nuove attrezzature e veicoli. Stiamo iniziando a valutare anche l'LNG Magari in un prossimo futuro...".
STU-PEN-DO
Se state percorrendo l'A4 e avete il sospetto di essere inseguiti da una tigre potreste avere dietro di voi Franco Melillo, titolare dell'omonima azienda con sede a Villarbasse, in provincia di Torino, al volante del suo Iveco S-Way. Un veicolo che difficilmente passa inosservato. Di colore rosso, ha il volto di una tigre aerografato sul frontale e altre due opere a colori, due tigri affiancate da due donne, sulle fiancate laterali. E poi le luci sopra cabina, le trombe in acciaio lucido come la barra inferiore, sempre con luci incorporate. "La tigre spiega Franco Melillo è l'animale che meglio mi rappresenta. É un po' il mio stemma. Lo avevo fatto aerografare anche sul mio precedente veicolo, un Iveco Stralis, che si è aggiudicato per ben cinque volte il titolo di camion più bello della Val di Susa (prima foto in basso)".
Dalle parole di Franco Melillo emerge una grandissima passione per la sua famiglia (composta dalla moglie Monica Magnetto con la quale tutto è cominciato praticamente dal niente nel 1993, e dai figli Erik e Alexia, 27 e 21 anni, già entrati nell'azienda, che lui definisce una bella avventura familiare), per il suo lavoro, per il suo camion. Lui non è il classico trasportatore.
La Melillo Franco Srl si occupa, infatti, di sabbiatura e burattatura dei dischi freno per aziende leader del settore, che Franco poi trasporta, in conto proprio, nelle fabbriche del milanese per le operazioni finali. "Họ iniziato con un Eurocargo, poi sono passato allo Stralis perché necessitavo di un mezzo con una maggiore portata e comodità visto che sovente dormo a bordo, infine è arrivato Iveco S-Way 510 Cv. Ogni notte, 7 giorni su 7, sono impegnato in uno o due viaggi tra Torino e Milano, percorro circa 120mila chilometri all'anno. Movimentiamo complessivamente tra i 750 e gli 800 quintali al giorno di materiali. Questa organizzazione consente di offrire ai nostri clienti un servizio di qualità estremamente rapido: passano meno di 24 ore da quando ci giungono i dischi freno a quando li consegniamo nel milanese".
L’Iveco S-Way è diventato il suo camion lo scorso 21 dicembre. Perché il brand torinese? "Per il rapporto di stima e fiducia che mi lega da oltre 20 anni alla concessionaria Orecchia, che si occupa anche della manutenzione della manutenzione". Franco Melillo acquistai suoi veicoli con contratti di manutenzione ed estensione della garanzia a 7 anni ("così viaggio sereno").
"Dovevo sostituire il mio Stralis che aveva ormai un milione di chilometri molto ben portati! e ho deciso di acquistare la nuova ammiraglia. Soddisfatto della scelta? Non potevano costruire un camion migliore: è semplicemente eccezionale, un 'mostro' della strada. È comodo da vivere, una casa camminante con consumi eccezionali. Rispetto alla precedente generazione è anche più sicuro grazie a una visibilità ottimale. Se dovessi dargli un voto non potrebbe essere meno di dieci! Da vecchio autista posso dire che è troppo avanti. Quando si sta a bordo sembra di stare in poltrona".
Franco Melillo ha già avuto modo di testare le nuove tecnologie dell'ammiraglia come la frenata assistita. "Mi ha fatto evitare un tamponamento fermando il veicolo perfettamente in tempo". A rendere il suo Iveco S-Way un pezzo unico non è solo la livrea. La cabina all'interno è stata completamente rivestita in similpelle giocando su tre colori: il bianco e nero e il rosso. Completano il tutto un impianto stereo e un mega schermo. "Stupendo. In una sola parola è stu-pen- do. Iveco ha toccato dei punti importanti per chi vive il veicolo"
INIMITABILE
Un esemplare unico l'Iveco S-Way di Andrea Calò che, insieme alla moglie Catia Colloca, gestisce la DMF (D come Dennis, M come Manuel e F come Francesco, i loro tre figli). Un'azienda relativamente giovane, fondata nel 2014, con sede a Osnago, in provincia di Lecco, che si occupa di trasporto di alimentari e collettame nonché delle attività di logistica collegate, prevalentemente nel Nord Italia, ma "se ce lo richiedono possiamo andare ben oltre grazie anche ai nostri partner". A parlare è proprio Andrea Calò, originario di Vibo Valentia si è trasferito nel lecchese nel 2006 per realizzare il suo sogno, fare il camionista: "Lo coltivavo fin da ragazzino, appena ho compiuto i 18 anni mi sono messo in tasca la patente C, certo che quella sarebbe stata la mia strada". Calò trova lavoro come dipendente, poi, nel 2011, acquista un veicolo usato ed entra in una cooperativa, infine, il grande salto, insieme alla moglie.
Oggi DMF conta 20 dipendenti tra autisti, una quindicina in tutto, amministrativi e magazzinieri. La sua flotta è composta da 18 veicoli: 3 furgoni che percorrono circa 50mila chilometri all'anno, 12 motrici (70mila) e 3 trattori (oltre 100mila chilometri all'anno). Mezzi che non hanno oltre 4 anni. Il brand Iveco la fa da padrone grazie anche agli ottimi rapporti consolidatisi negli anni con la Tentori Veicoli Industriali che, oltre a occuparsi delle manutenzioni, è la concessionaria che lo Scorso agosto ha consegnato alla DMF il primo Iveco S-Way della flotta. "L’idea spiega Calò era quella di acquistare un veicolo Iveco della precedente generazione ma quando ho visto il nuovo Iveco S-Way, con livrea amaranto (il mio colore preferito) non ho saputo resistere!". Comprato, nella versione da 570 Cv, e personalizzato. "Il mio è un veicolo unico, realizzato dalla Rinocustom di Salerno.
Sono andato personalmente nel loro atelier e ho capito che sarebbe stato il posto giusto per dare vita al camion dei miei desideri. È il primo veicolo che personalizzo".
Nulla è stato lasciato al caso. Completamente wrappato, presenta numerosi dettagli in acciaio lucido: luci e barra sopra cabina, barra inferiore, maniglie, gradini di accesso, particolari sulla calandra e piastra posteriore.
Internamente delle plastiche originali non c’è più niente. La cabina è stata rivestita in pelle giocando sui colori del bianco, rosso e blu. Un impianto stereo completa il tutto. Pensate che qualcosa di cosi prezioso sia destinato al titolare? Ebbene no. "Lo guida Daniel, un autista che è con noi da poco più di tre anni. È stato un modo per gratificarlo. Ogni obiettivo viene raggiunto grazie al lavoro di squadra, per questo sono grato ai miei dipendenti, sempre collaborativi". Andrea Calò oggi è il jolly' dell'azienda, si mette al volante solo quando ci sono delle emergenze.
Ovviamente ha provato l'Iveco S-Way. "É veramente un bel camion. La guida è fluida, i consumi sono buoni ed è molto comodo. E poi così vestito è appagante: è piacevole attirare gli sguardi!".
Se nel futuro del suo Iveco S-Way c'è la partecipazione a qualche raduno ("speriamo sia presto possibile"), in quello di DMF c'è molto green: "Puntiamo a essere sempre più verdi. Abbiamo già dematerializzato i documenti per risparmiare carta e stiamo montando i pannelli solari per produrre energia pulita. Nei prossimi 5 anni investiremo in mezzi elettrici e a LNG. Siamo convinti che la committenza ce li richiederà e noi vogliamo essere pronti".
Si occupa di disotturazioni, manutenzione di fognature, spurgo pozzi neri, trasporto rifiuti liquidi e solidi (anche in ADR), video ispezioni fognarie e sanificazioni in tutta Italia, dal Friuli Venezia Giulia alla Sicilia, la Car Jet, azienda con sede a None, a sud di Torino.
Le sue radici affondano nel 1992 quando Calogero Ricotta insieme alla moglie Carla Gandolfi decide di mettersi in proprio occupandosi di quello che già faceva per altri, gli spurghi.
L'avventura comincia con un Om 160 allestito Jurop. Negli anni l'azienda si evolve, vi entrano i figli Massimiliano e Giuseppe che decidono di diversificare prima con le ispezioni fognarie poi, a fine nel 2007, col trasporto. Più servizi, sempre più dipendenti (attualmente sono una cinquantina)e veicoli: la flotta passa rapidamente dalle poche unità ai 120 targati attuali (tra trattori stradali, semirimorchi centinati, vasche, cisterne scarrabili e motrici molte delle quali equipaggiate con attrezzature avanzate spesso Jurop che consentono di eseguire lavori estremamente specializzati).
Iveco il brand dominante: dall'Eurocargo agli Eurostar, dagli Stralis all'attuale Iveco S-Way, nella flotta Car Jet c'è molto del brand torinese. "Tendiamo a non eliminare i veicoli vecchi quando li sostituiamo, fanno parte della nostra storia. Li utilizziamo come muletti". Parole di Giuseppe Ricotta che si occupa prevalentemente del ramo trasporti. Il padre Calogero è ancora in prima linea nelle ispezioni e il fratello Massimiliano è responsabile di tutto ciò che riguarda le fognature e le opere di muratura.
"Il punto di forza di Car Jet ci spiega Alessia Merlino, impiegata amministrativa e responsabile logistica di questa realtà dal 2009 (foto in alto a destra) è la conduzione familiare. Anche se oggi è un'azienda di medie dimensioni non si è persa l'attenzione per i clienti ciascuno di loro per noi è unico per i dipendenti e per i mezzi". Basta dare un'occhiata ai due capannoni dedicati al rimessaggio, 6mila metri quadrati coperti su una superficie di 12mila metri quadrati, per comprendere la cura che viene dedicata ai veicoli. E sabato mattina e in molti sono impiegati nelle operazioni di pulizia, "l mezzo è casa loro sottolinea Giuseppe Ricotta noi forniamo a ciascun dipendente un veicolo super accessoriato e funzionale. Effettuiamo tutte le manutenzioni periodiche affinché ciascuno possa sempre viaggiare con la massima serenità e in sicurezza. Nulla è lasciato al caso. I mezzi e le persone che li guidano sono il nostro biglietto da visita".
C'è un biglietto da visita che splende al centro di uno dei capannoni, è il nuovo Iveco S-Way, versione 510 Cv. Non uno qualunque: la Car Jet lo ha personalizzato curandone ogni singolo dettaglio.
É ancora Giuseppe Ricotta a spiegarci com'è entrato nella flotta. "Abbiamo da sempre un ottimo rapporto con la concessionaria Orecchia. Li ho visto per la prima volta la nuova ammiraglia e ho pensato che doveva proprio diventare dei nostri". Insomma, visto e piaciuto. "Il nostro Iveco S-Way è il primo che è stato consegnato da queste parti, il 7 gennaio 2020. Per allestirlo ci sono voluti oltre 4 mesi". Un'attesa che è stata ripagata.
"Il padrino, cosi l'ho battezzato, è un esemplare unico. Esternamente ripropone la livrea bianca di famiglia con numerosi dettagli in acciaio, dalle luci sul tetto, alle barre inferiori con luci incorporate fino alla calandra. Sulla parte posteriore della cabina è stata aerografata la locandina originale del film. Dentro è un trionfo di velluto blu e luci a led. Un vero e proprio salotto con tanto di schermo gigante e impianto stereo per un effetto cinema". Un cinema accessibile a pochi. "Sul mio camion salgo solo io. Magari i miei figli (Calogero nella foto sopra alla sinistra del padre). Come lo trovo? Eccezionale. La cabina è più spaziosa di quella del suo predecessore ed è molto più silenziosa. Ottima l'impostazione di guida, la visibilità con le finestrature laterali dalla linea più pulita e il climatizzatore integrato. Soddisfatto anche dei consumi. A bordo non ci si stanca. Ha tutta un'altra marcia e macinare chilometri diventa un piacere". Per Giuseppe Ricotta la guida è una vera e propria passione. "Purtroppo di appassionati si fatica sempre più a trovarne ma questo mestiere non si può fare senza cuore".
Sotto il cappello di Car Jet dal 2013 c'è anche un'officina indipendente che effettua soprattutto le operazioni di manutenzione e riparazione dei veicoli aziendali, quelli destinati al lungo raggio percorrono mediamente tra i 100 ei120mila chilometri all'anno, attrezzature incluse, ma è aperta anche a terzi. Impiega 4 persone e offre pure il servizio di pronto intervento sul territorio.
Prossimi passi? "Non puntiamo a crescere ulteriormente perché preferiamo rimanere nel nostro campo d'azione e non perdere il contatto diretto con i clienti, ma a migliorarci sempre di più anche sperimentando nuove attrezzature e veicoli. Stiamo iniziando a valutare anche l'LNG Magari in un prossimo futuro...".
STU-PEN-DO
Se state percorrendo l'A4 e avete il sospetto di essere inseguiti da una tigre potreste avere dietro di voi Franco Melillo, titolare dell'omonima azienda con sede a Villarbasse, in provincia di Torino, al volante del suo Iveco S-Way. Un veicolo che difficilmente passa inosservato. Di colore rosso, ha il volto di una tigre aerografato sul frontale e altre due opere a colori, due tigri affiancate da due donne, sulle fiancate laterali. E poi le luci sopra cabina, le trombe in acciaio lucido come la barra inferiore, sempre con luci incorporate. "La tigre spiega Franco Melillo è l'animale che meglio mi rappresenta. É un po' il mio stemma. Lo avevo fatto aerografare anche sul mio precedente veicolo, un Iveco Stralis, che si è aggiudicato per ben cinque volte il titolo di camion più bello della Val di Susa (prima foto in basso)".
Dalle parole di Franco Melillo emerge una grandissima passione per la sua famiglia (composta dalla moglie Monica Magnetto con la quale tutto è cominciato praticamente dal niente nel 1993, e dai figli Erik e Alexia, 27 e 21 anni, già entrati nell'azienda, che lui definisce una bella avventura familiare), per il suo lavoro, per il suo camion. Lui non è il classico trasportatore.
La Melillo Franco Srl si occupa, infatti, di sabbiatura e burattatura dei dischi freno per aziende leader del settore, che Franco poi trasporta, in conto proprio, nelle fabbriche del milanese per le operazioni finali. "Họ iniziato con un Eurocargo, poi sono passato allo Stralis perché necessitavo di un mezzo con una maggiore portata e comodità visto che sovente dormo a bordo, infine è arrivato Iveco S-Way 510 Cv. Ogni notte, 7 giorni su 7, sono impegnato in uno o due viaggi tra Torino e Milano, percorro circa 120mila chilometri all'anno. Movimentiamo complessivamente tra i 750 e gli 800 quintali al giorno di materiali. Questa organizzazione consente di offrire ai nostri clienti un servizio di qualità estremamente rapido: passano meno di 24 ore da quando ci giungono i dischi freno a quando li consegniamo nel milanese".
L’Iveco S-Way è diventato il suo camion lo scorso 21 dicembre. Perché il brand torinese? "Per il rapporto di stima e fiducia che mi lega da oltre 20 anni alla concessionaria Orecchia, che si occupa anche della manutenzione della manutenzione". Franco Melillo acquistai suoi veicoli con contratti di manutenzione ed estensione della garanzia a 7 anni ("così viaggio sereno").
"Dovevo sostituire il mio Stralis che aveva ormai un milione di chilometri molto ben portati! e ho deciso di acquistare la nuova ammiraglia. Soddisfatto della scelta? Non potevano costruire un camion migliore: è semplicemente eccezionale, un 'mostro' della strada. È comodo da vivere, una casa camminante con consumi eccezionali. Rispetto alla precedente generazione è anche più sicuro grazie a una visibilità ottimale. Se dovessi dargli un voto non potrebbe essere meno di dieci! Da vecchio autista posso dire che è troppo avanti. Quando si sta a bordo sembra di stare in poltrona".
Franco Melillo ha già avuto modo di testare le nuove tecnologie dell'ammiraglia come la frenata assistita. "Mi ha fatto evitare un tamponamento fermando il veicolo perfettamente in tempo". A rendere il suo Iveco S-Way un pezzo unico non è solo la livrea. La cabina all'interno è stata completamente rivestita in similpelle giocando su tre colori: il bianco e nero e il rosso. Completano il tutto un impianto stereo e un mega schermo. "Stupendo. In una sola parola è stu-pen- do. Iveco ha toccato dei punti importanti per chi vive il veicolo"
INIMITABILE
Un esemplare unico l'Iveco S-Way di Andrea Calò che, insieme alla moglie Catia Colloca, gestisce la DMF (D come Dennis, M come Manuel e F come Francesco, i loro tre figli). Un'azienda relativamente giovane, fondata nel 2014, con sede a Osnago, in provincia di Lecco, che si occupa di trasporto di alimentari e collettame nonché delle attività di logistica collegate, prevalentemente nel Nord Italia, ma "se ce lo richiedono possiamo andare ben oltre grazie anche ai nostri partner". A parlare è proprio Andrea Calò, originario di Vibo Valentia si è trasferito nel lecchese nel 2006 per realizzare il suo sogno, fare il camionista: "Lo coltivavo fin da ragazzino, appena ho compiuto i 18 anni mi sono messo in tasca la patente C, certo che quella sarebbe stata la mia strada". Calò trova lavoro come dipendente, poi, nel 2011, acquista un veicolo usato ed entra in una cooperativa, infine, il grande salto, insieme alla moglie.
Oggi DMF conta 20 dipendenti tra autisti, una quindicina in tutto, amministrativi e magazzinieri. La sua flotta è composta da 18 veicoli: 3 furgoni che percorrono circa 50mila chilometri all'anno, 12 motrici (70mila) e 3 trattori (oltre 100mila chilometri all'anno). Mezzi che non hanno oltre 4 anni. Il brand Iveco la fa da padrone grazie anche agli ottimi rapporti consolidatisi negli anni con la Tentori Veicoli Industriali che, oltre a occuparsi delle manutenzioni, è la concessionaria che lo Scorso agosto ha consegnato alla DMF il primo Iveco S-Way della flotta. "L’idea spiega Calò era quella di acquistare un veicolo Iveco della precedente generazione ma quando ho visto il nuovo Iveco S-Way, con livrea amaranto (il mio colore preferito) non ho saputo resistere!". Comprato, nella versione da 570 Cv, e personalizzato. "Il mio è un veicolo unico, realizzato dalla Rinocustom di Salerno.
Sono andato personalmente nel loro atelier e ho capito che sarebbe stato il posto giusto per dare vita al camion dei miei desideri. È il primo veicolo che personalizzo".
Nulla è stato lasciato al caso. Completamente wrappato, presenta numerosi dettagli in acciaio lucido: luci e barra sopra cabina, barra inferiore, maniglie, gradini di accesso, particolari sulla calandra e piastra posteriore.
Internamente delle plastiche originali non c’è più niente. La cabina è stata rivestita in pelle giocando sui colori del bianco, rosso e blu. Un impianto stereo completa il tutto. Pensate che qualcosa di cosi prezioso sia destinato al titolare? Ebbene no. "Lo guida Daniel, un autista che è con noi da poco più di tre anni. È stato un modo per gratificarlo. Ogni obiettivo viene raggiunto grazie al lavoro di squadra, per questo sono grato ai miei dipendenti, sempre collaborativi". Andrea Calò oggi è il jolly' dell'azienda, si mette al volante solo quando ci sono delle emergenze.
Ovviamente ha provato l'Iveco S-Way. "É veramente un bel camion. La guida è fluida, i consumi sono buoni ed è molto comodo. E poi così vestito è appagante: è piacevole attirare gli sguardi!".
Se nel futuro del suo Iveco S-Way c'è la partecipazione a qualche raduno ("speriamo sia presto possibile"), in quello di DMF c'è molto green: "Puntiamo a essere sempre più verdi. Abbiamo già dematerializzato i documenti per risparmiare carta e stiamo montando i pannelli solari per produrre energia pulita. Nei prossimi 5 anni investiremo in mezzi elettrici e a LNG. Siamo convinti che la committenza ce li richiederà e noi vogliamo essere pronti".
Fonte: Vie & Trasporti – aprile 2021