Il Gruppo Valiani "spazia" nel campo della cooperazione internazionale
IL COMPRENSORIO DEL CUOIO PORTERA' L'ACQUA IN BURKINA FASO: DONATE LE TRIVELLE
A guardarli, così grossi e imponenti, non suscitano nessuna emozione particolare. Ma se si pensa che quei camion, con le loro “braccia” che toccano il cielo, sono portatori di “vita e dignità”, allora si capisce il valore umano, sociale e politico che hanno quei mezzi. Sono le unità di trivellazione che partiranno il 10 settembre per il Burkina Faso e saranno usate per costruire pozzi, trivellare e cercare acqua nelle aride terre africane. Stamattina (31 agosto) è stato presentato il progetto del Movimento Shalom, reso possibile grazie al contributo di Fondazione Aurora, di un donatore privato e di Acque spa. Preziosa è stata la collaborazione del tecnico Luciano Campinotti, volontario di Shalom e collaboratore della Sanminiatese Pozzi. Il Gruppo Valiani si è occupato della riparazione e revisione dei mezzi. A inaugurarli c’era anche il vescovo Andrea Migliavacca che ha impartito la sua benedizione, oltre ai sindaci dei comuni del comprensorio del cuoio e al consigliere regionale Antonio Mazzeo.
È l’ottava unità di perforazione che negli anni il Movimento Shalom ha mandato in Burkina Faso. “Chiamarla solo trivella – ha spiegato il tecnico Luciano Campinotti – è riduttivo: ci sono anche compressori, aste di perforazione, container con tubazioni varie”. A oggi, sono stati costruiti 312 pozzi e la prima trivella, risalente a più di 20 anni fa, è ancora a lavoro. Cifre importanti che vengono da una sinergia pubblico-privato preziosa per la cooperazione internazionale: in tutto, tra acquisto, sistemazione e trasporto dei mezzi il progetto vale più di 300mila euro.
E poi, c’è la formazione del personale. Sì, perché Shalom ha in mente un modello preciso di cooperazione che possiamo definire “auto sostenibile”. “La valenza di quello che succede stamattina – ha detto don Andrea Pio Cristiani, fondatore di Shalom – ha un messaggio prioritario, legato all’immigrazione. Non può esistere una limitazione delle migrazioni illegali se noi lasciamo popoli nella fame. Ecco la valenza politica di stamattina. Hanno cervelli e braccia: l’ingenuità di chi pensa che chiunque possa venire è una stupidaggine e allora la risposta è lo sviluppo, laddove noi abbiamo rapinato arricchendo noi stessi e affamando gli altri. Noi conosciamo solo uno stile di cooperazione che parte dal legame con le popolazioni. La parola chiave è formazione, per cui loro saranno in grado di gestire gli strumenti che noi gli forniamo. Coloro che hanno usufruito dei nostri studi e della formazione non sono saliti sui barconi”. Questo vuol dire che qualsiasi strumento e attrezzatura che sarà fornito alla popolazione locale sarà gestito da persone del posto, formate e preparate. In questo modo Shalom non deve tenere i suoi tecnici in loco in maniera costante per gestire i lavori, magari mettendo a rischio l’incolumità stessa delle persone. Solo in fase iniziale, all’incirca a ottobre prossimo, i tecnici partiranno per la formazione iniziale.
“La solidarietà è vera se non la facciamo solo a casa nostra – queste le parole del vescovo Migliavacca – Dobbiamo riconoscerci tutti come un’unica famiglia umana al di là delle appartenenze di ciascuno. Solo così potremo vedere le differenze come ricchezze e le ingiustizie come insopportabili”.
Un tema complesso quello della cooperazione internazionale con sfaccettature che spaziano dalla solidarietà alle scelte politiche, fino a un approccio prettamente accademico con le molte teorie che si avvicendano alla ricerca della ricetta migliore per lo sviluppo.
“Chi è stato in Africa capisce il valore di questi camion – secondo Vieri Martini, presidente del Movimento Shalom – che trasportano vita e dignità. Ogni volta che viene trovata acqua in un villaggio del Burkina Faso è una festa. I pozzi devono essere costruiti e ogni pozzo costa intorno ai 6mila euro. E una volta arrivati i camion iniziano a lavorare a pieno regime”. Preoccupa anche la situazione politica: “C’è stato un colpo di stato in Mali, paese confinante con il Burkina Faso. Ci saranno delle ripercussioni in Burkina e sui nostri progetti non sappiamo se negativamente o positivamente”. Inoltre, quella del Burkina Faso, come ha ricordato anche il sindaco di San Miniato Simone Giglioli, è la condizione di un paese pacifico che si è trovato stretto nella morsa del terrorismo jihadista.
Sul fronte meccanico, i ringraziamenti vanno al Gruppo Valiani che ha smontato i mezzi, li ha sistemati, rimontati e riverniciati. “Li abbiamo ricondizionati con Sanminiatese Pozzi – ha spiegato Alessandro Valiani, che ha aggiunto: – noi siamo disponibili anche in futuro per progetti di cooperazione internazionale. Abbiamo già un progetto attivo con il quale prendiamo giovani sotto i 30 anni provenienti dai paesi in via di sviluppo e li inseriamo in un percorso lavorativo che inizia con uno stage e può concludersi con un’assunzione a tempo indeterminato”.
La solidità dell’azienda Valiani è ormai nota: dà lavoro a 63 persone, di cui l’80 per cento con contratto a tempo indeterminato e, nonostante la pandemia, non c’è stato nemmeno un’ora di cassa integrazione (tanto meno licenziamenti). Riconosciuta come attività essenziale ha continuato a lavorare anche durante il periodo di lockdown, andando in aiuto ai molti trasportatori sulle strade. Durante quel periodo la società ha avviato una raccolta fondi interna e così, a forza di monetine dei dipendenti e dei camionisti in giro per la toscana, oggi è stato consegnato l’assegno con la donazione a don Donato in favore della parrocchia di San Lorenzo a Santa Croce sull’Arno.
Soddisfatto Giuseppe Sardu, presidente di Acque Spa: “Collaboriamo da oltre 20 anni con Shalom – ha detto – e questi progetti servono a far sapere che c’è ancora qualcuno su cui contare”. Per Gabriele Toti, sindaco di Castelfranco di Sotto è da premiare la “visione mondiale e non soltanto la prospettiva domestica”, mentre per Alessio Spinelli, primo cittadino di Fucecchio “la politica dovrebbe essere più incisiva, perché quei problemi sono anche nostri problemi e investire in cooperazione vuol dire risparmiare su altre spese”. Sulla stessa lunghezza d’onda Antonio Mazzeo, che però invoca l’Europa: “La regione Toscana – secondo il consigliere – è una di quelle che fa di più. Però servono le risorse: è bello vedere che tanti soggetti privati diano il loro contributo, ma in questo deve impegnarsi l’Europa nel suo insieme”.
Fonte: Il Cuoio In Diretta