In ricordo di Giuliano Valiani
"Quando una persona cara ci lascia per sempre è un momento difficile da superare, ma prima lo accettiamo e meglio sarà per poter tenere vivo il suo ricordo.
Ed oggi siamo qui a ricordare Giuliano, colui che ha messo su, con grande coraggio, con lungimiranza e con sacrifici, questa azienda.
Giuliano era nato in Valdinievole il 6 febbraio del 1932 da una semplice famiglia di contadini; era un giovane di buona volontà con un'istruzione che non andava oltre la scuola dell'obbligo ma con un grande desiderio di farsi strada in quel mondo del dopoguerra tutto da ricostruire. A 14 anni, nella speranza di dare un futuro migliore al figlio, i genitori lo avevano mandato “a bottega” ad imparare il mestiere all'autofficina Lupori in Valdinievole, dove Giuliano impara i primi rudimenti di meccanico partendo da garzone di bottega, con le mani sporche di grasso e le ginocchia a terra, ma con gli occhi vispi di chi attende il suo momento.
Non si spaventa davanti ai sacrifici e percorre ogni giorno, in bicicletta, la strada che va da Montecatini a Pistoia, dove presso la ditta Salvestrini ha modo di esplicare e perfezionare le sue capacità di meccanico.
Tra la fine degli anni '50 e l'inizio del decennio successivo, Giuliano accetta la sfida di andare a lavorare a Prato in una realtà più grande, l'azienda di Manlio Palmucci, che da poco si era introdotto nel settore automobilistico con il marchio Fiat, e dove diventa ben presto capo officina e poi il braccio destro dello stesso Palmucci.
Mette su famiglia e nel 1961 Giuliano inizia l'avventura santacrocese ed insieme al fratello Brunello costituisce un'officina situata in un magazzino dietro il Comune. Ben presto riescono ad entrare nelle simpatie dei santacrocesi, dei commercianti, degli industriali.
Nel 1972 Giuliano, rimasto da solo alla guida dell'impresa, trasferisce tutta la famiglia a Santa Croce sopra l'officina che nel frattempo, con un importante aumento di personale, si trovava in un capannone sulla Provinciale Francesca Nord.
La vera e vincente intuizione di Giuliano risale al 1971 quando decide di dismettere il servizio automobilistico e di dedicarsi ai carrelli elevatori, che, in una Santa Croce in forte espansione industriale, rappresentò un vero e proprio boom per la ditta Valiani. La ditta va avanti bene anche se Giuliano è impegnato dalla mattina alle sei fino a mezzanotte; condivide con i suoi operai tutte le loro difficoltà, memore dei suoi inizi pieni di sacrifici.
L'operazione dei carrelli elevatori è un successo senza precedenti e qui per la prima volta Giuliano, che rapidamente si alleggerirà dei debiti che aveva contratto per il capannone, agisce e ragiona più come imprenditore puro che come artigiano. Di questo periodo ricordo un episodio che ho impresso nella mente: una sera, mentre stavamo cenando, arriva un imprenditore, amico di mio padre con le tasche piene di soldi, che mette sulla tavola apparecchiata e non smette finché non è stato pattuito l'accordo. Poi, finita la contrattazione, rimase a cena con noi.
Ma alle soglie degli anni '80 il mercato dei carrelli elevatori OM entra repentinamente in crisi e Giuliano ha una nuova felice e positiva intuizione che lo porta a fare una nuova riconversione industriale passando dai carrelli elevatori ai camion della IVECO.
Tra gli anni '80 e gli anni 2000 anche i tre figli, Alessandro, Massimo e Marco, entrano in azienda e Giuliano, sempre con la lungimiranza che lo contraddistingue, pensa ad una nuova espansione aziendale ed alla costruzione di un nuovo capannone lungo la Provinciale Francesca Bis; e nel 2007-2008 decide di acquisire anche il marchio Mercedes Benz.
Giuliano ha saputo creare negli anni un ambiente di lavoro dove la logica non era quella padronale, ma era quella di lavorare insieme costruendo rapporti personali, di fiducia e di stima reciproca. E questo clima ebbe i suoi effetti importanti, in occasione della crisi del 2009, quando i dipendenti accettarono una riduzione volontaria dello stipendio per recuperare liquidità.
Questa è la cosa più preziosa che Giuliano ha portato con sé, riuscendo a coniugare autorevolezza, rispetto, ma anche collaborazione e condivisione, insieme all'immagine di quel ragazzo che ogni giorno, con la pioggia, con il sole o con il vento, andava in bicicletta da Montecatini a Pistoia.
Io, Marco e Massimo, i nostri figli che lavorano già in azienda, Vanessa, Filippo, Aristotele e Tommaso (le altre nipoti Virginia e Vittoria sono ancora giovanissime) sentiamo molto il peso dell'eredità che ci ha lasciato mio padre e cercheremo in ogni modo di non deluderlo. Siamo consapevoli che i tempi di adesso non sono quelli del boom economico in cui Giuliano costruì il suo patrimonio, ma siamo coscienti che stiamo attraversando un periodo complesso e difficile, per superare il quale ci affidiamo anche all'esempio ed alla forza che nostro padre ci ha trasmesso.
Ciao Giuliano…"
Ed oggi siamo qui a ricordare Giuliano, colui che ha messo su, con grande coraggio, con lungimiranza e con sacrifici, questa azienda.
Giuliano era nato in Valdinievole il 6 febbraio del 1932 da una semplice famiglia di contadini; era un giovane di buona volontà con un'istruzione che non andava oltre la scuola dell'obbligo ma con un grande desiderio di farsi strada in quel mondo del dopoguerra tutto da ricostruire. A 14 anni, nella speranza di dare un futuro migliore al figlio, i genitori lo avevano mandato “a bottega” ad imparare il mestiere all'autofficina Lupori in Valdinievole, dove Giuliano impara i primi rudimenti di meccanico partendo da garzone di bottega, con le mani sporche di grasso e le ginocchia a terra, ma con gli occhi vispi di chi attende il suo momento.
Non si spaventa davanti ai sacrifici e percorre ogni giorno, in bicicletta, la strada che va da Montecatini a Pistoia, dove presso la ditta Salvestrini ha modo di esplicare e perfezionare le sue capacità di meccanico.
Tra la fine degli anni '50 e l'inizio del decennio successivo, Giuliano accetta la sfida di andare a lavorare a Prato in una realtà più grande, l'azienda di Manlio Palmucci, che da poco si era introdotto nel settore automobilistico con il marchio Fiat, e dove diventa ben presto capo officina e poi il braccio destro dello stesso Palmucci.
Mette su famiglia e nel 1961 Giuliano inizia l'avventura santacrocese ed insieme al fratello Brunello costituisce un'officina situata in un magazzino dietro il Comune. Ben presto riescono ad entrare nelle simpatie dei santacrocesi, dei commercianti, degli industriali.
Nel 1972 Giuliano, rimasto da solo alla guida dell'impresa, trasferisce tutta la famiglia a Santa Croce sopra l'officina che nel frattempo, con un importante aumento di personale, si trovava in un capannone sulla Provinciale Francesca Nord.
La vera e vincente intuizione di Giuliano risale al 1971 quando decide di dismettere il servizio automobilistico e di dedicarsi ai carrelli elevatori, che, in una Santa Croce in forte espansione industriale, rappresentò un vero e proprio boom per la ditta Valiani. La ditta va avanti bene anche se Giuliano è impegnato dalla mattina alle sei fino a mezzanotte; condivide con i suoi operai tutte le loro difficoltà, memore dei suoi inizi pieni di sacrifici.
L'operazione dei carrelli elevatori è un successo senza precedenti e qui per la prima volta Giuliano, che rapidamente si alleggerirà dei debiti che aveva contratto per il capannone, agisce e ragiona più come imprenditore puro che come artigiano. Di questo periodo ricordo un episodio che ho impresso nella mente: una sera, mentre stavamo cenando, arriva un imprenditore, amico di mio padre con le tasche piene di soldi, che mette sulla tavola apparecchiata e non smette finché non è stato pattuito l'accordo. Poi, finita la contrattazione, rimase a cena con noi.
Ma alle soglie degli anni '80 il mercato dei carrelli elevatori OM entra repentinamente in crisi e Giuliano ha una nuova felice e positiva intuizione che lo porta a fare una nuova riconversione industriale passando dai carrelli elevatori ai camion della IVECO.
Tra gli anni '80 e gli anni 2000 anche i tre figli, Alessandro, Massimo e Marco, entrano in azienda e Giuliano, sempre con la lungimiranza che lo contraddistingue, pensa ad una nuova espansione aziendale ed alla costruzione di un nuovo capannone lungo la Provinciale Francesca Bis; e nel 2007-2008 decide di acquisire anche il marchio Mercedes Benz.
Giuliano ha saputo creare negli anni un ambiente di lavoro dove la logica non era quella padronale, ma era quella di lavorare insieme costruendo rapporti personali, di fiducia e di stima reciproca. E questo clima ebbe i suoi effetti importanti, in occasione della crisi del 2009, quando i dipendenti accettarono una riduzione volontaria dello stipendio per recuperare liquidità.
Questa è la cosa più preziosa che Giuliano ha portato con sé, riuscendo a coniugare autorevolezza, rispetto, ma anche collaborazione e condivisione, insieme all'immagine di quel ragazzo che ogni giorno, con la pioggia, con il sole o con il vento, andava in bicicletta da Montecatini a Pistoia.
Io, Marco e Massimo, i nostri figli che lavorano già in azienda, Vanessa, Filippo, Aristotele e Tommaso (le altre nipoti Virginia e Vittoria sono ancora giovanissime) sentiamo molto il peso dell'eredità che ci ha lasciato mio padre e cercheremo in ogni modo di non deluderlo. Siamo consapevoli che i tempi di adesso non sono quelli del boom economico in cui Giuliano costruì il suo patrimonio, ma siamo coscienti che stiamo attraversando un periodo complesso e difficile, per superare il quale ci affidiamo anche all'esempio ed alla forza che nostro padre ci ha trasmesso.
Ciao Giuliano…"
- Alessandro Valiani