Ricambi e autoriparatori: garanzie e doveri
Il comparto dei ricambi truck è un mercato importante che nel 2020 ha sofferto pur non avendo conosciuto la stessa crisi che ha contraddistinto l'auto. Studi di mercato recenti ma anteriori al Covid-19 avevano previsto nel 2020 una crescita del volume dei ricambi rispetto al 2019 del 4,1% e un aumento medio dei prezzi dell'l1,5%, dato che chiaramente non poteva prevedere l'effetto creato dalla pandemia.
Non è da sottovalutare, infine, il fenomeno della vendita di ricambi contraffatti, che affligge il mercato in modo simile a quello che succede nella moda e nel Made in Italy. Molti sono infatti i prodotti che non rispettano gli standard qualitativi europei (CEE) e di conseguenza occorre sempre fare particolare attenzione ai ricambi che si acquistano.
Resta il fatto che il settore è da sempre un tema di forte attualità, considerato il volume di fatturato che genera e l'attenzione che negli ultimi anni le Case costruttrici di so in atto su questo mercato, in cui due sono i contendenti che si fronteggiano: detti OEM (Original Equipment Manu- facturer) e produttori di componentistica.
Esiste inoltre un terzo player, una nicchia con caratteristiche di alta specializzazione rappresentata dalle aziende di revisione di alcuni componenti quali motori, cambi, scatole guida frizioni e valvole pneumatiche. Se la dinamica del mercato del ricambio è funzione dell'utilizzo dei mezzi e delle condizioni dei percorsi, la sfida tra i diversi player si gioca sul terreno della conquista di nuovi clienti per il ricambio originale o per l'equivalente.
Fuori dalle logiche della competizione, quello che ci interessa approfondire in questo articolo è quali siano i diritti ei doveri delle parti in causa, produttore e cliente, relativamente alla garanzia sul ricambio. Per fare questo e meglio comprendere gli aspetti legali relativi abbiamo chiesto l'ausilio dell'avvocato Giulia Verga dello studio Macchi di Celere Gangemi, che da anni si occupa della gestione della garanzia del prodotto per conto di alcune grandi Case automobilistiche e di veicoli industriali.
Avvocato Verga, come è regolamentata la garanzia sui ricambi?
"Quando il camion beneficia della garanzia contrattuale del costruttore e viene portato presso un'officina della rete ufficiale per una riparazione, i ricambi utilizzati dal costruttore, fermo restando che provengono determinati componenti non sono, ovviamente, prodotti direttamente controlli di qualità per cui possono no essere catalogati come originali della Casa. Occorre fare, però, una distinzione: nel caso di un veicolo industriale, che rientra nella categoria dei mezzi professionali, la garanzia sul ricambio sarà limitata in base al Codice Civile ad un anno, a meno che il costruttore del veicolo non abbia deciso di estendere la garanzia sul prodotto. Altro discorso se la sostituzione viene eseguita durate la vigenza della garanzia legale, cioè della garanzia contrattuale che copre il veicolo per 24 mesi, di cui i primi 12 sono di copertura totale, mentre tutti e 24 i mesi coprono la catena cinematica. Ormai tutte le Case offrono anche la possibilità di acquistare dei pacchetti di estensione della garanzia contrattuale. Nel caso, ad esempio, di un veicolo che sia coperto da una garanzia contrattuale di 36 mesi, se si rompe un particolare al 32° mese ed è coperto dalla garanzia si procede alla sostituzione del particolare. In questo caso il ricambio è sostituito gratuitamente e viene garantito sino alla scadenza della garanzia accordata al bene principale (la c.d. garanzia residua). Per la disciplina che regolamenta l'attività delle garanzie per i non consumatori quali le società di trasporto, i professionisti e gli artigiani, non prevedendo l'applicazione del Codice del Consumo occorrerà fare riferimento alle regole dettate dal Codice Civile; in particolare, nella vendita di veicoli o pezzi di ricambio si applicheranno le comuni disposizioni sul contratto di vendita previste dall'art. 1470 Codice Civile. Per rendere più incentivante la riparazione dei veicoli che sono usciti dalla garanzia contrattuale, i costruttori di camion hanno iniziato già da parecchi anni a distribuire, attraverso la rete ufficiale, ricambi rigenerati, per riuscire a contenere il gap di prezzo rispetto a quello praticato dal canale dei ricambisti indipendenti. Anche per questi prodotti si applicano le stesse regole di garanzia. Qualora invece il ricambio (nuovo o rigenerato) sostituito dalla rete delle officine ufficiali delle Case presenti nuovamente delle problematiche dopo l'intervento, il proprietario del mezzo potrà rivolgersi direttamente alle officine della rete ufficiale su tutto il territorio europeo per vedersi riconosciuta la riparazione in garanzia. Vediamo ora cosa avviene quando la riparazione viene effettuata presso officine indipendenti. Anche queste ultime spesso per rendere la riparazione economicamente più conveniente si rivolgono al mercato dei ricambi aftermarket, che possiedono una qualità equivalente agli originali, oppure al canale dei componenti rigenerati. L'officina è sempre direttamente responsabile dell'attività svolta per la sostituzione del ricambio e si assume tutte le responsabilità dell'operazione. Nel caso il danno sia da imputarsi ad un difetto del pezzo sostituito, ovviamente, entrerà in gioco anche il produttore dello stesso, il quale accertata la difettosità del componente provvederà alla sua sostituzione ma non si farà carico del costo della mano d'opera. È ovvio che l'intervento dovrà essere eseguito presso l'officina che ha eseguito la prima riparazione. Nel caso in cui il veicolo si trovasse lontano dall'officina primaria, non sarà possibile applicare la regola della garanzia che vale per la riparazione effettuata presso le officine della rete ufficiale".
Come viene regolata dalla legge l'attività di officina?
"L'attività di autoriparazione è disciplinata al fine di elevare il grado di sicurezza nella circolazione stradale attraverso una qualificazione dei servizi resi dalle imprese che effettuano interventi sui veicoli. La disciplina è normata dalla legge 5 febbraio 1992, n. 122 contenente "Disposizioni in materia di sicurezza della circolazione stradale e disciplina dell'attività di autoriparazione". Inoltre, con l'entrata in vigore della legge 224/2012 sono state accorpate le figure del meccanico motorista e dell'elettrauto nella nuova sezione di meccatronico. Pertanto, dal 5 gennaio 2013 non è più possibile dare inizio alla sola attività di meccanico motorista o elettrauto. Per svolgere l'autoriparazione l'impresa deve designare, per ciascuna categoria di attività, un responsabile tecnico in possesso di determinati requisiti personali e tecnico-professionali. L'impresa può svolgere più categorie di attività nominando più responsabili tecnici, oppure avvalendosi di un solo responsabile tecnico in possesso dei requisiti per le diverse classi di attività esercitate”
E quali possono essere le conseguenze nell'eseguire una riparazione senza possedere i requisiti previsti dalla legge?
"L'esercizio dell'attività di autoriparazione senza le necessarie autorizzazioni è punito con una sanzione amministrativa da euro 5.164,00 a euro 15.493,00, oltre alla confisca delle attrezzature e delle strumentazioni. Se, inoltre, un'impresa svolge un'attività di autoriparazione diversa da quella per cui è iscritta al Registro imprese è punita con una sanzione amministrativa che va da euro 2.582,00 a euro 7.745,00, oltre sempre alla confisca delle attrezzature e delle strumentazioni. Oltre alle sanzioni amministrative il titolare dell'impresa che non rispetta le norme di legge, anche in merito ai requisiti tecnici e di sicurezza previsti, può essere ritenuto responsabile in caso di incidenti sul lavoro. L'articolo 18 del D.Lgs n. 81/2008, rubricato "Obblighi del datore di lavoro e del dirigente", prevede che il datore di lavoro e i dirigenti, tra le altre cose, devono tenere conto, nell'affidare i compiti ai lavoratori, delle capacità e delle condizioni degli stessi in rapporto alla loro salute e alla sicurezza. In tema di impianti ed apparecchiature elettriche il successivo articolo 80 aggiunge che, tra gli obblighi del datore di lavoro, sussiste anche quello di adottare le misure necessarie affinché i lavoratori siano salvaguardati da tutti i rischi di natura elettrica connessi all'impiego di materiali, apparecchiature e impianti elettrici messi a loro disposizione. Più volte la Corte di Cassazione si è pronunciata statuendo che il datore di lavoro è responsabile dell'infortunio occorso al lavoratore, sia quando ometta di adottare le idonee misure protettive, sia quando non accerti e vigili che di queste misure sia fatto effettivamente uso da parte del dipendente (vedi Cass. Civ., Sez. lavoro, 4.02.2014, n. 2455)".
Avvocato, tornando alla garanzia sui ricambi cosa prevede la legge a tutela del cliente nel caso di un'impresa di trasporto?
"Il produttore risponde sempre in caso di difetto accertato del ricambio, sia che l'utente finale sia un consumatore sia un'azienda di trasporto (professionista). Nel caso di riparazione presso un'officina indipendente non è possibile dare una soluzione univoca, perché dovrà essere valutato se il difetto esista o meno, se il danno sia da imputarsi solamente al difetto o anche ad una cattiva esecuzione dei lavori e altre variabili che concorreranno a definire le responsabilità del produttore e dell'officina. Nel caso il veicolo debba essere trasportato presso l'officina occorrerà sempre prestare particolare attenzione a che non venga compromesso lo stato dello stesso, in quanto questo darebbe spazio a contestazioni da parte di officina e produttore. Il consiglio migliore è quello di interpellare direttamente l'officina che ha effettuato i lavori, per vedere come intende procedere alla soluzione dell'inconveniente. Se vuole intervenire direttamente, oppure recuperare il veicolo sul posto o se dare garanzia di pagamento all'officina che ha prestato soccorso al fine di risolvere il difetto e farsi restituire i particolari sostituiti per poi rivalersi sul produttore del ricambio, il quale ad avvenuto accertamento del difetto provvederà al rimborso del costo del ricambio, ma non coprirà il costo della mano d'opera. Un caso a parte invece è legato alle attività di riparazione che vengono eseguite presso centri di assistenza dei trasportatori, che non sempre sono iscritte all'albo delle imprese di autoriparazione e pertanto non possono dimostrare che dispongono del responsabile tecnico, il quale secondo la normativa vigente in materia di autoriparazione possiede le competenze tecniche che attestano la corretta esecuzione dei lavori a regola d'arte".
Non è da sottovalutare, infine, il fenomeno della vendita di ricambi contraffatti, che affligge il mercato in modo simile a quello che succede nella moda e nel Made in Italy. Molti sono infatti i prodotti che non rispettano gli standard qualitativi europei (CEE) e di conseguenza occorre sempre fare particolare attenzione ai ricambi che si acquistano.
Resta il fatto che il settore è da sempre un tema di forte attualità, considerato il volume di fatturato che genera e l'attenzione che negli ultimi anni le Case costruttrici di so in atto su questo mercato, in cui due sono i contendenti che si fronteggiano: detti OEM (Original Equipment Manu- facturer) e produttori di componentistica.
Esiste inoltre un terzo player, una nicchia con caratteristiche di alta specializzazione rappresentata dalle aziende di revisione di alcuni componenti quali motori, cambi, scatole guida frizioni e valvole pneumatiche. Se la dinamica del mercato del ricambio è funzione dell'utilizzo dei mezzi e delle condizioni dei percorsi, la sfida tra i diversi player si gioca sul terreno della conquista di nuovi clienti per il ricambio originale o per l'equivalente.
Fuori dalle logiche della competizione, quello che ci interessa approfondire in questo articolo è quali siano i diritti ei doveri delle parti in causa, produttore e cliente, relativamente alla garanzia sul ricambio. Per fare questo e meglio comprendere gli aspetti legali relativi abbiamo chiesto l'ausilio dell'avvocato Giulia Verga dello studio Macchi di Celere Gangemi, che da anni si occupa della gestione della garanzia del prodotto per conto di alcune grandi Case automobilistiche e di veicoli industriali.
Avvocato Verga, come è regolamentata la garanzia sui ricambi?
"Quando il camion beneficia della garanzia contrattuale del costruttore e viene portato presso un'officina della rete ufficiale per una riparazione, i ricambi utilizzati dal costruttore, fermo restando che provengono determinati componenti non sono, ovviamente, prodotti direttamente controlli di qualità per cui possono no essere catalogati come originali della Casa. Occorre fare, però, una distinzione: nel caso di un veicolo industriale, che rientra nella categoria dei mezzi professionali, la garanzia sul ricambio sarà limitata in base al Codice Civile ad un anno, a meno che il costruttore del veicolo non abbia deciso di estendere la garanzia sul prodotto. Altro discorso se la sostituzione viene eseguita durate la vigenza della garanzia legale, cioè della garanzia contrattuale che copre il veicolo per 24 mesi, di cui i primi 12 sono di copertura totale, mentre tutti e 24 i mesi coprono la catena cinematica. Ormai tutte le Case offrono anche la possibilità di acquistare dei pacchetti di estensione della garanzia contrattuale. Nel caso, ad esempio, di un veicolo che sia coperto da una garanzia contrattuale di 36 mesi, se si rompe un particolare al 32° mese ed è coperto dalla garanzia si procede alla sostituzione del particolare. In questo caso il ricambio è sostituito gratuitamente e viene garantito sino alla scadenza della garanzia accordata al bene principale (la c.d. garanzia residua). Per la disciplina che regolamenta l'attività delle garanzie per i non consumatori quali le società di trasporto, i professionisti e gli artigiani, non prevedendo l'applicazione del Codice del Consumo occorrerà fare riferimento alle regole dettate dal Codice Civile; in particolare, nella vendita di veicoli o pezzi di ricambio si applicheranno le comuni disposizioni sul contratto di vendita previste dall'art. 1470 Codice Civile. Per rendere più incentivante la riparazione dei veicoli che sono usciti dalla garanzia contrattuale, i costruttori di camion hanno iniziato già da parecchi anni a distribuire, attraverso la rete ufficiale, ricambi rigenerati, per riuscire a contenere il gap di prezzo rispetto a quello praticato dal canale dei ricambisti indipendenti. Anche per questi prodotti si applicano le stesse regole di garanzia. Qualora invece il ricambio (nuovo o rigenerato) sostituito dalla rete delle officine ufficiali delle Case presenti nuovamente delle problematiche dopo l'intervento, il proprietario del mezzo potrà rivolgersi direttamente alle officine della rete ufficiale su tutto il territorio europeo per vedersi riconosciuta la riparazione in garanzia. Vediamo ora cosa avviene quando la riparazione viene effettuata presso officine indipendenti. Anche queste ultime spesso per rendere la riparazione economicamente più conveniente si rivolgono al mercato dei ricambi aftermarket, che possiedono una qualità equivalente agli originali, oppure al canale dei componenti rigenerati. L'officina è sempre direttamente responsabile dell'attività svolta per la sostituzione del ricambio e si assume tutte le responsabilità dell'operazione. Nel caso il danno sia da imputarsi ad un difetto del pezzo sostituito, ovviamente, entrerà in gioco anche il produttore dello stesso, il quale accertata la difettosità del componente provvederà alla sua sostituzione ma non si farà carico del costo della mano d'opera. È ovvio che l'intervento dovrà essere eseguito presso l'officina che ha eseguito la prima riparazione. Nel caso in cui il veicolo si trovasse lontano dall'officina primaria, non sarà possibile applicare la regola della garanzia che vale per la riparazione effettuata presso le officine della rete ufficiale".
Come viene regolata dalla legge l'attività di officina?
"L'attività di autoriparazione è disciplinata al fine di elevare il grado di sicurezza nella circolazione stradale attraverso una qualificazione dei servizi resi dalle imprese che effettuano interventi sui veicoli. La disciplina è normata dalla legge 5 febbraio 1992, n. 122 contenente "Disposizioni in materia di sicurezza della circolazione stradale e disciplina dell'attività di autoriparazione". Inoltre, con l'entrata in vigore della legge 224/2012 sono state accorpate le figure del meccanico motorista e dell'elettrauto nella nuova sezione di meccatronico. Pertanto, dal 5 gennaio 2013 non è più possibile dare inizio alla sola attività di meccanico motorista o elettrauto. Per svolgere l'autoriparazione l'impresa deve designare, per ciascuna categoria di attività, un responsabile tecnico in possesso di determinati requisiti personali e tecnico-professionali. L'impresa può svolgere più categorie di attività nominando più responsabili tecnici, oppure avvalendosi di un solo responsabile tecnico in possesso dei requisiti per le diverse classi di attività esercitate”
E quali possono essere le conseguenze nell'eseguire una riparazione senza possedere i requisiti previsti dalla legge?
"L'esercizio dell'attività di autoriparazione senza le necessarie autorizzazioni è punito con una sanzione amministrativa da euro 5.164,00 a euro 15.493,00, oltre alla confisca delle attrezzature e delle strumentazioni. Se, inoltre, un'impresa svolge un'attività di autoriparazione diversa da quella per cui è iscritta al Registro imprese è punita con una sanzione amministrativa che va da euro 2.582,00 a euro 7.745,00, oltre sempre alla confisca delle attrezzature e delle strumentazioni. Oltre alle sanzioni amministrative il titolare dell'impresa che non rispetta le norme di legge, anche in merito ai requisiti tecnici e di sicurezza previsti, può essere ritenuto responsabile in caso di incidenti sul lavoro. L'articolo 18 del D.Lgs n. 81/2008, rubricato "Obblighi del datore di lavoro e del dirigente", prevede che il datore di lavoro e i dirigenti, tra le altre cose, devono tenere conto, nell'affidare i compiti ai lavoratori, delle capacità e delle condizioni degli stessi in rapporto alla loro salute e alla sicurezza. In tema di impianti ed apparecchiature elettriche il successivo articolo 80 aggiunge che, tra gli obblighi del datore di lavoro, sussiste anche quello di adottare le misure necessarie affinché i lavoratori siano salvaguardati da tutti i rischi di natura elettrica connessi all'impiego di materiali, apparecchiature e impianti elettrici messi a loro disposizione. Più volte la Corte di Cassazione si è pronunciata statuendo che il datore di lavoro è responsabile dell'infortunio occorso al lavoratore, sia quando ometta di adottare le idonee misure protettive, sia quando non accerti e vigili che di queste misure sia fatto effettivamente uso da parte del dipendente (vedi Cass. Civ., Sez. lavoro, 4.02.2014, n. 2455)".
Avvocato, tornando alla garanzia sui ricambi cosa prevede la legge a tutela del cliente nel caso di un'impresa di trasporto?
"Il produttore risponde sempre in caso di difetto accertato del ricambio, sia che l'utente finale sia un consumatore sia un'azienda di trasporto (professionista). Nel caso di riparazione presso un'officina indipendente non è possibile dare una soluzione univoca, perché dovrà essere valutato se il difetto esista o meno, se il danno sia da imputarsi solamente al difetto o anche ad una cattiva esecuzione dei lavori e altre variabili che concorreranno a definire le responsabilità del produttore e dell'officina. Nel caso il veicolo debba essere trasportato presso l'officina occorrerà sempre prestare particolare attenzione a che non venga compromesso lo stato dello stesso, in quanto questo darebbe spazio a contestazioni da parte di officina e produttore. Il consiglio migliore è quello di interpellare direttamente l'officina che ha effettuato i lavori, per vedere come intende procedere alla soluzione dell'inconveniente. Se vuole intervenire direttamente, oppure recuperare il veicolo sul posto o se dare garanzia di pagamento all'officina che ha prestato soccorso al fine di risolvere il difetto e farsi restituire i particolari sostituiti per poi rivalersi sul produttore del ricambio, il quale ad avvenuto accertamento del difetto provvederà al rimborso del costo del ricambio, ma non coprirà il costo della mano d'opera. Un caso a parte invece è legato alle attività di riparazione che vengono eseguite presso centri di assistenza dei trasportatori, che non sempre sono iscritte all'albo delle imprese di autoriparazione e pertanto non possono dimostrare che dispongono del responsabile tecnico, il quale secondo la normativa vigente in materia di autoriparazione possiede le competenze tecniche che attestano la corretta esecuzione dei lavori a regola d'arte".
Fonte: Parts Truck